Raramente la scuola italiana ha vissuto una fase di tale e tanta incertezza che la provvisorietà è diventata collega e compagna di professori e alunni, dirigenti e personale educativo e amministrativo. Programmi, progetti, iniziative e uscite didattiche stanno facendo i conti con il coronavirus, il piccolo ma ingombrante protagonista della nostra attualità . Qualche volta sembra vincerla lui, perché dei suoi strani comportamenti si devono responsabilmente occupare tutte le istituzioni, i cui decreti hanno carattere giustamente vincolante. E così scattano chiusure e sospensioni, necessarie ma a dir poco disagevoli per tutti. Ma qualche volta vincono la passione, lo zelo, il senso di responsabilità... e il buon covid-19, se non sconfitto, è messo all'angolo. Succede negli ambienti preposti alla tutela della salute dei cittadini italiani, luoghi di sacrificio e impegno, dove la dedizione supera abbondantemente l'obbligo e l'umana paura e, va da sé, i riconoscimenti retributivi. Ma succede anche in tante scuole italiane. È il caso del liceo Madre Mazzarello di Torino, luogo di cultura e di educazione sulla traccia del grande progetto di don Bosco. Allo scientifico, linguistico e economico-sociale, quasi 400 alunni, dalla prima alla quinta, sono a casa da giorni. I loro insegnanti lo sono stati invece solo per il tempo di rigorosa chiusura delle scuole. Ma in quei giorni si sono formati , hanno condiviso competenze e materiali, dotato la loro scuola delle necessarie risorse tecniche e... via. Partiti. Direzione “la scuola è chiusa, ma le lezioni continuano”. Come quando si impara a nuotare cominciando a muovere affannosamente le prime bracciate, e si scopre che il mare culla ed il pericolo può essere addomesticato. Già da inizio settimana sono partite videolezioni on line. Tutti i professori si sono connessi con i ragazzi: appuntamenti pomeridiani o serali di prova e poi docenza regolare. L'orario scolastico è stato solo lievemente ritoccato, nella riduzione a 40 minuti dell' unità oraria. L'aula è sostituita da uno spazio virtuale chiuso , ma abitato dalla consueta vitalità dei ragazzi. Sguardi perplessi, consigli dei più esperti, case private dove convergono piccoli gruppi di studenti o camere singole assolutamente off limits per presenze casalinghe disturbanti appaiono sullo schermo del docente e sono condivisi con tutti, insieme a formule, schermate di lavagne multimediali, testi di buona poesia o di alta filosofia. Lezioni e videolezioni utilizzando la piattaforma Zoom o Moodle, Google drive per la condivisione, Kahoot per divertirsi ed imparare, Phet e tutto ciò che la fantasia degli insegnanti e degli studenti e la disponibilità della rete ci permettono di fare.Gli appuntamenti sono ravvicinati, i mandati molto precisi... "Alle 8.28 tutti in waiting room. Il meeting comincia alle 8.30". E la certezza è che nessuno manca. I diffidenti avanzano il sospetto che siano solo la novità ad attrarre e la tecnologia a sedurre. Sarà... Nulla di male. Resta il dato inconfutabile che, in un momento in cui molto si ferma, per prudenza, paura o ragionevole strategia, quasi 400 famiglie sanno che i loro figli sono a scuola, studiano, producono materiale da sottoporre a valutazione o anche solo da condividere. Se lo fanno in ciabatte poco conta. Anzi. I Torinesi esprimono riconoscenza, unendosi al coro delle famiglie e degli alunni che, in questi giorni, scrivono messaggi di ringraziamento alla Mazzarello, la loro scuola, il loro spazio, la loro rete. Qualche volta, per essere speciali basta aver voglia di essere normali.